Un piccolo borgo, Torre del Mangano, situato all’interno del Parco Visconteo, l’antico giardino di caccia e di delizie dei duchi di Milano, che grazie alla vicina Certosa di Pavia ebbe modo di crescere e prosperare. Questo rapporto è, in sintesi, il filo rosso che lega il luogo in cui siamo nati al grande mausoleo di Gian Galeazzo Visconti. Narrando di una visita alla Certosa avvenuta nel 1586, Michel de Montagne descrive il Monumento come “la corte d’un grandissimo principe” per il numero di “gente, servitori, cavalli, cocchi, manovali e artigiani” che insieme ai monaci lo popolavano. La grande maggioranza di quelle persone erano, con ogni probabilità gli antichi abitanti di Torre del Mangano, che nel corso dei secoli furono impiegati fra le maestranze del grande cantiere o legati al monastero in qualità di coloni e fittavoli. Tanto era importante il legame con il Monumento che nel 1929, in seguito ad una riorganizzazione dei confini amministrativi, il paese mutò il suo nome in Certosa di Pavia che ancora oggi le è proprio.